23/02/1930 - 23/02/2017, Horst Wessel: il sacrificio di un idealista

Ottantasette anni fa moriva Horst Wessel, berlinese, tenente delle SA, ucciso ventiduenne a tradimento da attivisti comunisti con una pistolettata in pieno volto mentre rincasava. Egli divenne subito un martire del NSDAP e un simbolo di tutti i ragazzi caduti sotto il fuoco dei rossi. Ma chi era questo giovane attivista? Cosa lo portò a vestire la camicia bruna dei Battaglioni d’Assalto? Horst nacque nel 1907 a Bielefeld, sul Reno, figlio di un pastore protestante che ben presto dovette trasferirsi a Berlino con la famiglia per occuparsi della Parrocchia di Nikolakirche. Allo scoppio della Grande Guerra, mentre il padre serviva sul Fronte Orientale, il giovane Wessel dimostrò ben presto un grande patriottismo, iscrivendosi anche ad alcune associazioni. A 15 anni, ad esempio, entrò nella “Gioventù Bismarckiana”, un gruppo giovanile marcatamente nazionalconservatore e monarchico. Nel dicembre 1926 si arruolò nelle SA, le formazioni paramilitari del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi nate nel 1921, intraprendendo contemporaneamente gli studi in legge. Ben presto Horst fu notato dal Gauleiter di Berlino, il Dr Joseph Goebbels (futuro Ministro della Propaganda del Reich) per il suo appassionato attivismo. Il gerarca approfittò così del trasferimento del ragazzo a Vienna a scopo accademico, per affidargli un importante incarico: la creazione di gruppi giovanili nazisti nella capitale austriaca. L’anno successivo, il 1929, vide Wessel abbandonare l’Università e gettarsi completamente nella lotta per la Causa: un Nazionalsocialismo che, nella sua ottica, perdeva gran parte della carica razziale per assumere una veste violentemente anticomunista e appassionatamente patriottica, nello spirito che nell’immediato dopoguerra aveva animato i Freikorps, i gruppi di veterani amareggiati dall’umiliante sconfitta e preoccupati per le sorti della Nazione insidiate dai bolscevichi della Lega Spartachista che si erano uniti per stroncare i tentativi di ripetere in Germania l’agghiacciante esperienza rivoluzionaria russa. Sempre nel 1929 Horst pubblicò il poema che lo consacrò come principale aedo delle Camicie Brune: “Die Fahne hoch!” (“In alto la Bandiera!”), un canto esaltante la lotta sociale del movimento hitleriano e i camerati delle SA caduti negli scontri con i comunisti durante gli scontri che insanguinarono le città tedesche tra il 1920 e il 1933, la cui melodia si rifaceva a una vecchia canzone della Marina Imperiale e che andava a unirsi ad altri fortunati brani dell’innodia nazionalsocialista usciti dall’animo poetico del giovane tenente (“Unsere Fahne flattert uns voran”, “La nostra Bandiera sventola davanti a noi”, Inno ufficiale della Gioventù Hitleriana e “Es zittern die morschen Knochen”, “Tremano le ossa rotte”, sono solo i più celebri canti). Purtroppo solo l’anno successivo il tenente Horst Wessel si unì alle schiere delle Camicie Brune martiri della lotta: la sera del 14 gennaio 1930, mentre tornava a casa, il giovane fu aggredito da alcuni militanti rossi che avendogli teso un agguato, gli spararono al volto, lasciandolo agonizzante. Dopo circa un mese, il 23 Febbraio 1930, Horst spirò in ospedale. Una numerosissima folla di militanti di tutte le organizzazioni del Partito partecipò alle esequie del Martire, durante le quali gli attivisti comunisti scagliarono numerosi e vergognosi assalti, lanciando insulti e oggetti sul corteo e arrivando ad aggredire il feretro. La tomba di Horst Wessel al cimitero berlinese di San Nicola divenne un luogo sacro del Nazionalsocialismo, al pari della Feldherrnhalle di Monaco (teatro, nel 1923, degli scontri tra SA e Polizia bavarese durante il fallito Putsch del 9 Novembre), a lui venne intitolata una Divisione volontaria di fanteria motorizzata SS, la 18., e la sua opera migliore, “Die Fahne hoch!”, venne rinominata “Das Horst Wessel Lied”, “Il Canto di Horst Wessel”, divenendo l’Inno ufficiale del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi. Nel 1933, quando Adolf Hitler divenne Cancelliere del Reich, la prima strofa dell’Inno venne fatta seguire alla prima strofa di “Deutschland ueber alles” nella composizione nota come “Lieder der Nation” (“Canti della Nazione”), divenendo così il vero secondo Inno Nazionale della Germania. Il canto venne adattato, durante la Seconda Guerra Mondiale, in quasi tutte le lingue dell’Asse (dalla spagnola “Camisa Azul” alla francese “Le Drapeau en tete” fino a “O legionari, in alto i gagliardetti”, Inno della 29. Divisione SS Italiane durante la guerra civile 1943/1945). Ad oggi la melodia è utilizzata, come molti altri brani militari di morigine tedesca o prussiana, dalle Forze Armate del Cile e come Inno ufficiale del movimento greco di estrema destra “Alba Dorata”.

 

Raffaello Mascetti

Scrivi commento

Commenti: 0